Quale è la tua parola preferita? La mia è “autenticità”.
Sto imparando che posso essere autentica solo quando diventa più importante essere vera che piacere agli altri.
E sto imparando che un conto è la teoria. L’altro giorno si è presentata la situazione perfetta per mettere in pratica la mia passione (teorica) per l’autenticità.
Avevo degli ospiti in casa. Dei giovani studenti tedeschi che non conoscevo prima. Cinque di loro.
La sera del loro arrivo ho spiegato - nel caso dovessero sentire dei rumori strani - che la mattina dopo mi sarei alzata presto per fare mezz’oretta di sport in casa. Ero convinta che loro avrebbero dormito ben oltre.
La mattina dopo mi sveglio, metto pantaloncini e maglietta un po’ puzzolenti e così, non lavata e non truccata con il tappetino sotto il braccio sto per aprire la porta della sala. Mi fermo con la mano sulla maniglia della porta. Sento dei rumori. Di piatti e posate in cucina. Santo cielo, sono già svegli. Torno a letto? No, ormai sono sveglia. Faccio gli esercizi qui in camera? No, non c’è abbastanza spazio. Allora ho fatto un grande respiro e sono entrata in sala con il mio tappetino.
Ho fatto i miei esercizi come sempre con i ragazzi che andavano avanti indietro dalla doccia in cucina, chiacchierando con loro. E alla fine due di loro si sono messi a fare gli esercizi insieme a me.
È stata una vera prova per me. Averla superata mi fa sentire più forte e sicura di me. E sorpresa dal regalo della loro accettazione e inclusione. Avanti un’altra!