Per tre anni e mezzo ho fatto mezz’ora di sport a casa. Un giorno si un girono no, al mattino presto prima di andare al lavoro.
Poi ho smesso. Un po’ per il caldo. Un po’ per il mal d’anca. Un po’ per pigrizia. Per tre mesi ho sospeso tutto. È davvero facile non fare nulla. La sfida di (ri)cominciare è sembrata sempre più ripida.
Invece di pormi grandi obiettivi sfidanti, che mi stancavano solo al pensiero, mi sono detta semplicemente “fai qualcosa”. Qualsiasi cosa è meglio di niente. E da cosa nasce cosa. Davvero. Il primo passo è quello più arduo. Ma la soddisfazione di averlo fatto ti da una carica enorme per ripetere quel passo una seconda volta e magari aggiungerne un altro.
Ci ho messo un po’ per tornare alla carica. Non rimpiango il tempo che ci ho messo. Non è facile alzarmi prima la mattina e fare un grande sforzo fisico e mentale. Faccio fatica ogni volta. Ma quello che ho capito durante questi tre mesi senza attività fisica è che sto meglio gestendo la fatica e la forza fisica e mentale che ne nasce che l’insoddisfazione di sentirmi pigra, debole e mollusco.
C'è qualcosa che vuoi? Fai un solo passo.