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Senza sostituto


Sono rimasta colpita dalla storia di Mohamed El-Erian, CEO di PIMCO, che nel 2014 ha deciso di dimettersi dal suo incarico per un solo motivo. Si era reso conto che si stava perdendo tanti momenti unici ed importanti dell'infanzia di sua figlia. Ha deciso di dare priorità a lei e al suo bisogno di stare insieme. Non in parole, non "dopo". Ma in fatti e subito (raccontato da John C. Maxwell nel suo libro "Intentional Living").

Certo, non tutti abbiamo la possibilità di rinunciare a un lavoro a tempo pieno. Mi chiedo se davvero non ci sono alternative al fatto che ormai tantissimi genitori, madri e padri, vedono i figli che hanno messo al mondo per una o due orette al giorno, se va bene, fin da quando i bimbi hanno pochi mesi di vita. Di chi ha bisogno un figlio? Chi gli sarà d'esempio? Chi lo capirà e lo conoscerà intimamente, possibile solo grazie alle ore passate insieme quotidianamente? Chi metterà nella piccola anima le basi salde dei valori per le sue scelte future quando spiccherà il volo?

Personalmente, vedo un grosso pericolo nel modo in cui spesso la nostra scelta di lavorare di più, di fare più carriera e di guadagnare di più, danneggia la generazione futura della quale portiamo noi la responsabilità. Nessun nonno e nessuna tata possono sostituire la madre e il padre. Altrimenti si chiamerebbero genitori loro.

Sappiamo che i bambini si adattano a quasi tutto. Io sogno un mondo nel quale chiediamo meno adattamento a loro perché siamo noi ad adattarci a loro e il loro bisogno di mamma e papà.


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